Mio padre era un muratore e io, ogni tanto, gli davo una mano. Il giorno che a quattordici anni divisi in due con la cazzuola un camioncino di doppi uni capii il significato della leggerezza e, sputando laterizio, decisi che avrei fatto l’architetto. Mi sono sempre considerato un artigiano dell’architettura dove l’esperienza di cantiere e la manualità grafica assumono un’importanza rilevante che con l’andare del tempo si sta invece perdendo.